Giulia Mutti torna con Notte fonda, il nuovo singolo dal sound prorompente, ammiccante verso un certo pop rock venato di elettronica che ingloba però pianoforti, chitarre e batterie vere nella produzione (guidata dalle mani sapienti di Fabrizio Barbacci e Guglielmo Ridolfo Gagliano), senza mai slegarsi dall’importanza di un testo diretto e dal forte impatto. Strofe incalzanti e serrate nella metrica lasciano spazio a un ritornello aperto, dalla melodia scanzonata e sofferente allo stesso tempo.
Il brano racconta di una coppia che riflette sulla propria condizione e trova l’uno nell’altro l’ancora di salvezza per guardare con maggiore serenità al domani. Attraverso immagini attinte dal mondo della musica, la cantautrice toscana delinea i tratti di una storia in cui dominano gli alti e bassi ma in cui i sentimenti trionfano, superando le difficoltà che si incontrano lungo il cammino.
Notte fonda vuole parlare del tirare il cuore oltre l’ostacolo, lanciarlo, riprenderlo, donarlo, ricomporlo. Nasce dallo sconforto l’idea di costruire una casa sulle proprie paure e scardinare le certezze, avendo cura di trovare una spalla su cui piangere, perché anche nella disperazione più totale in noi vince sempre la voglia di rinascere. Notte fonda è il barlume di speranza sul ciglio di un burrone, un fazzoletto pronto ad asciugare le lacrime, un biglietto di sola andata verso un porto sicuro, una mano da tenere stretta in un quotidiano in cui gli standing ovation si mischiano ai fischi.
Nella copertina è immortalata una pupilla che si dilata al buio per riuscire a vedere meglio, immagine che si collega al tentativo di reazione e di recupero nei momenti bui, quando tentiamo il tutto per tutto per risorgere da situazioni difficili, una metafora che ci insegna lo spirito di adattamento, il sapersi misurare in territori molto al di fuori della nostra comfort zone.
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