Fuori dal 21 maggio “Sembrano Favole”, l’atteso nuovo album di Elia Truschelli. Un percorso iniziato l’anno scorso con il brano “Ti sento” e che ha portato l’ascoltatore nella vita del cantautore tra nostalgia e gratitudine.
Un disco di dieci brani cantautorali che si possono sfogliare come un album di ricordi. Pezzettini di vita raccontati in musica. Elia Truschelli ha una penna molto abile e una capacità di creare brani emozionanti e significativi.
Il canto delle rondini di prima mattina aprono e chiudono questo album, come a voler dare una continuazione tra inizio e fine. La scelta delle tracce strumentali che introducono i brani “Tu per me”, “E non addio” e chiudono “Sembrano favole”, è stata fortemente voluta per dare espressività e artisticità all’intero progetto.
Nella traccia Interlude si può constatare una forte tensione provocata dal suono di archi e chitarre in reverse. L’immagine evoca il risveglio da un sogno in piena notte: inizialmente si è in uno stato confusionale, successivamente avviene la connessione con la realtà, e infine si riacquisisce la nitidezza dei ricordi, gli stessi che pian piano compongono “E non addio”.
La dolcezza e la sincerità di “Calamita” contenuta in una metafora perfetta per descrivere i momenti di sintonia e di distanza che si alternano in un rapporto.
“Non ti preoccupare” è leggera, come guardare il cielo, in una sera di primavera, quando l’aria è tiepida e sai che manca poco all’estate.
“Solo” descrive la situazione di una persona che ha perso tutti i ricordi. Parla di un una malattia importante: l’Alzheimer. Un tema che ha toccato da vicino l’artista.
“Sembrano favole”, title track, è il punto di connessione tra tutti i brani dell’album. Parla di quanto era bello un tempo. Vecchi ricordi che fanno male e allo stesso tempo bene, soprattutto perché significa che c’è stato un tempo in cui tutto era più genuino. Un tempo in cui bastava un niente per sorridere ed essere felici.
“La copertina dell’album rappresenta il simbolo di questa canzone: la Vespa color canarino con gli adesivi di topolino di mio nonno, gli stessi adesivi che gli regalavo perché me li chiedeva per coprire qualche graffio. Il tutto è contornato da una selezione di foto della mia vita che per me sono importanti.
E’ stato un lavoro durato 2 anni interi, tra composizioni arrangiamenti e tutto il lavoro in studio. Devo dire che il team mi ha capito al primo istante ed è stato un onore lavorare con tanti grandi professionisti.
Un ringraziamento va a: Luca Pasqua, Lorenzo Mari, Davide Pascal Casuscelli, Martino Pellegrini, Larsen Premoli e a tutto lo staff di RecLab. A Brainstorming e Camilla Ortolani per l’immenso lavoro”.